Il testo premiato “L’oca della zia Carolina” è una delle tante storie che gli alunni della scuola primaria di Ponte Nizza hanno documentato, nell’ambito di un progetto pluriennale, in un libro elettronico dal titolo Storie della Resistenza. L’ebook già pubblicato sul sito della scuola raccoglie aneddoti e fatti realmente accaduti nel periodo della Resistenza nei 4 comuni afferenti al polo scolastico di Ponte Nizza; storie che gli alunni di tutte le classi della scuola primaria di Ponte Nizza hanno raccolto nel corso degli anni scolastici con un’attività di ricerca di fonti orali nell’ambito dell’omonimo progetto didattico, grazie alla collaborazione del prof. Giuseppe Barbieri che ci ha accompagnato in questo percorso di conoscenza e riflessione sulle tematiche della Resistenza.
L’oca della zia Carolina
Quando passarono i mongoli a Pizzocorno, tutti gli abitanti del paese
avevano paura. Non solo perché erano alleati dei tedeschi, ma perché
erano capaci di qualsiasi cosa, inoltre erano affamati e portavano via
tutto ciò che trovavano sulla loro strada. Infatti essi rubavano il bestiame,
i maiali e i polli.
Ma una signora che si chiamava Carolina non aveva paura di loro e lo
ha dimostrato.
Nel sul cortile aveva un’oca che allevava con tanta cura e un giorno i
mongoli entrarono nella sua proprietà per portargliela via.
La signora Carolina se ne accorse subito, perché aveva visto la scena
dalla finestra della cucina, dove era indaffarata a impastare il pane.
Allora uscì di corsa, così com’era, con il grembiule nero sporco di farina,
e andò fino in piazza.
Qui i mongoli si erano radunati prima di lasciare il paese ed avevano i
carri carichi di ogni ben di Dio. Tra tutti gli animali, la signora Carolina
riconobbe la sua oca, con il collo stretto tra le mani di un soldato e allora
in dialetto gli urlò in faccia:
-No! Questa è la mia oca. Ridammi la mia oca!
Subito il soldato gliela restituì.
Dovete sapere che la zia Carolina era piccola e magra ma il soldato si
spavento’ vedendo che era molto ma molto arrabbiata e soprattutto
determinata a riavere la sua oca.
Quel “no” detto in modo deciso e drammatico ha fatto cambiare idea al
soldato.
Infatti quell’oca era l’unica cosa che la signora Carolina possedeva e in
tempo di guerra poteva valere la sua stessa sopravvivenza.
La signora Carolina era la zia del sindaco di Val di Nizza, il sig. Franco
Campetti che ci ha raccontato questa storia vera. Perciò la storia si
intitola “L’oca della zia Carolina”.